venerdì 10 febbraio 2012

Paint It Black

Post da auto-analisi post apoliticco-depressiva..... Leggermi Nuoce Gravemente alla vostra salute e non ne traerete niente di ragionevolmente sensato..... visto che lo Stream of Consciousness di Joyce sarà nulla di fronte all'ondata di disordine logico che farò tra poco..

In sti giorni ho riflettuto molto...(ed il pensar troppo mi crea sempre scombussolamentei psicotici) e quindi.. come al solito.. il punto d'arrivo del mio pensare si deve sempre scontrare la vacuità del Nichilismo... e quindi.. il pensiero si deve scontrare con il non pensiero... l'ipoteticità di dire una cosa sensata si deve scontrare con il "non-senso" totalizzante delle cose.. il concetto ragionato si deve scontrare con la sua concettualizzazione momentanea, relativa, temporale...

insomma.. è un casino fare un pensiero partendo solo dall'idea che "non ci sono pensieri".. (e domani sarò ben capace a cambiare anche questo ragionamento.. questo è un bel Flusso di pensieri..e come detto prima son relativi, momentanei, temporali..ecc ecc ecc)...

Ma.. tralasciamo questi concetti deliranti ed entriamo nella questione di auto-compresione di me-medesimo-me stesso...

Passo 1: esplicare i nessi situazionali passati:
-EX:negli ultimi 5 anni sono stato single per 3 mesi... prima una storia da un anno e mezzo e l'ultima più di 3 anni.. quindi per un qualche motivo son sempre stato legato sentimentalmente a qualcuno...e qui si può spiegare la mia costante necessità di "sentimento" (cazzo..che pensiero..manco fossi "l'orsetto coccoloso chiedi abbracci"..ahauhuahhahuahu... mi mando a fanculo da solo..).. arrivo da una situzione dove mi sentivo "limitato", un sentimento che raggiungeva l'Effimero.. il cui culmine del concetto ha nella citazione: "sono un pavone...dovete lasciarmi volare".. ecco.. mi sentivo così.. non libero di essere me stesso...... al punto da arrivare ad auto-convincermi di auto-impormi di cambiare per "migliorare" me stesso.. insomma.. purtroppo ho il difetto di essere un "essere" amorfo.. senza forma, senza natura.. che si "plasma" nei sentimenti, nelle opinioni, nei modi d'agire in base a chi ha di fronte..
- amicizie.. cambiato svariate amicizie.. un pò per le troppe aspettative che io ho sempre... ma per aspettative forse dovre intendere un "vorrei che le persone si comportasserò così altrimenti ci rimango malissimo"...  un pò per la mia incostanza.. un pò per.. "e ora che faccio?" (e non facevo mai nulla), un pò per il caso... insomma.. da una parte ho sempre cercato di fare il "buon amico"..ma forse non lo sono mai stato davvero per nessuno..e quindi anche io ho sempre le mie colpe.. insomma.. con le amicizie ho sempre avuto un rapporto conflittuale al massimo.. ma nel mio piccolo non mi posso lamentare degli amici che ho avuto e che ho.. son sempre stati buoni amici.. in un senso ogni volta estremamente relativo del termine.. ma boh.. ci rimango sempre male perchè l'amicizia "idealizzata" a cui sempre ho anelato non ci sarà mai (un pò per colpa mia un pò per colpa altrui)
- Università-Famiglia: le metto collegate perchè non si possono scindere.. nel mio caso... e qui c'è un rapporto talmente complesso che mi darebbero il nobel per esplicarlo.. insomma.. l'università và.. spero di prendere l'anno prossimo la laurea.. ma avrei potuto fare molto di più, impegnarmi molto di più..ed ho i miei rimpianti (come è giusto che sia).. ma qui entra in gioco il rapporto conflittuale che c'è sempre stato tra me e la mia famiglia..va bene fare il genitore e sentirsi in "dovere" di educare.. ma sentirsi addosso troppe aspettative, fare litigate su litigate, non poter avere un dialogo "normale" da quando ho 12 anni.. ti portano ad una spirale dialettica di psicosi che non fa altro che farti andar peggio, rendendoti vuoto al punto dal non volerti più alzare la mattina a causa della pressione altrui.. e ciò porta a far sempre di meno e crea altri problemi..e così via...


questa è più o meno la situazione da cui derivo.. ma ora vediamo di andare al

passo 2: Analisi psichica del momento:

Bene.. ora ho la libertà di essere me stesso.. tanto agognata e desiderata.. ma ora c'è da stabilire cosa vuol dire essere me stesso.. e nella mia mente malata questo si rivela nient'altro che amorfa liberta di essere relativo... insomma non ci sono più punti certi e sicuri su cui dirigere un pensiero o una azione.. non si ha una univoca visione d'insieme delle cose.. ma tutto diventa relativo.. e di conseguenza che faccio? tendo ad idealizzare.. idealizzo fin troppo.....

Non so.. l'uscire una sera acquista un significato ed un valore quasi trascendentale.. Scambio due parole con una sconosciuta e subito mi faccio mille viaggi di sentimento.. insomma ogni piccola emozione acquista un valore quasi mistico...e soprattutto nei rapporti di "sentimento".. dove tendo ad enfatizzare ogni cosa..sia positiva che negativa...

Questo Relativismo Ideale.. questa relatività di emozioni, sogni, valori.. a cosa porta alla fine?

semplice.. mi porta ad avere sbalzi di umore.. passare dal sublime illusorio ideale.. al vuoto dell'inquitudine del nulla... e questo è quello che sto passando in questi giorni..

Per intenderci le mie giornate passano così: idealizzo una cosa.. e su subito a provare la sublime illusione del sogno futuro.. poi questa cosa non accade o si modifica.. e giù a subire quelle sensazioni di melanconico vuoto..

Riprendendo quello che disse Nietzsche.. (e mi permetto di modificare l'aforisma in base alla mia percezione sul senso di Ubermensch) 

..L'uomo è un cavo teso tra la Bestia e l'Oltreuomo, un cavo al di sopra di un abisso..

Mi sento come quell'uomo.. sempre in bilico sul vuoto abisso nichilista della vanità relativa.. schiacciato tra le sensazioni di sublime e di vuoto.. trasformato, distorto, alienato da ogni emozione.. con il bisogno Oltrepassare tutto ciò per riuscire a far diventare se stesso Forza Divina e Demiurga capace di imporsi e di plasmare le proprie sensazioni e percezioni senza più, quindi, farsi schiacciare da esse...



Nel frattempo dedichiamoci a dipingere di Nero il mondo...


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